black and white square personal logo (2)

facebook
instagram

La Nostra STORIA

1907: Le Origini


La Società Calcio Trevigliese venne fondata nel 1907, quando un gruppo di giovani visionari, capeggiati da 

Mario Zanconti, decise di dare vita a un’associazione sportiva che rappresentasse Treviglio. 

Inizialmente non si trattava solo di calcio, il club si occupava anche di escursionismo e attività culturali, ma Il calcio conquistò presto un posto speciale nei cuori dei soci fondatori.

Secondo alcuni racconti, il primo pallone usato dalla Trevigliese venne acquistato grazie a una colletta tra i ragazzi e le prime partite venivano giocate in spazi improvvisati: 

campi sterrati e prati ai margini della città, dove spesso i giocatori dovevano fermarsi per rincorrere il pallone che finiva nel fossato vicino!

 

 

1918-1920: Rinascita e Trionfo


Dopo l’interruzione causata dalla Prima Guerra Mondiale la Trevigliese tornò in attività nel 1918, pronta a riprendersi e ad ambire a crescere il più possibile, tanto che nel nel 1919, il club disputò una partita storica contro il Monza per l’ammissione al Campionato di Prima Categoria, ma la vittoria più importante fu contro la Juventus Italia 

di Via Ravizza (Milano) il 5 ottobre.

Tale evento si narra che fu festeggiato per giorni e al ritono a casa dei giocatori venne improvvisata una parata per la squadra dell'epoca.

 

 

Anni '20 e '30: Tra Pallone e Territorio


Negli anni '20 e '30, la Trevigliese consolidò la propria presenza nei campionati regionali, diventando una delle squadre più temute del panorama lombardo. Durante questi anni, il club non aveva ancora uno stadio vero e proprio: i giocatori si allenavano nei campi di periferia, dove le linee di gioco erano tracciate con la calce, e gli spettatori si sedevano su balle di fieno.

Un aneddoto curioso riguarda una partita di quegli anni:

si racconta che un cane randagio entrò in campo durante un match decisivo e riuscì a bloccare un’azione della squadra avversaria. Il cane, ribattezzato affettuosamente “Fido Trevigliese”, venne adottato dalla società 

e divenne la mascotte ufficiale per anni.

 

 

Anni '40 e '50: Il Dopoguerra e Nuove Sfide


La Seconda Guerra Mondiale interruppe ancora una volta le attività sportive, ma nel dopoguerra la Trevigliese si riorganizzò rapidamente. 

Dopo aver partecipato alla serie C per svariati campionati, la squadra venne retrocessa, per via di una riforma dei campionati avvenuta nel 1948.

Gli anni '50 furono caratterizzati da un forte spirito comunitario, i cittadini contribuivano non solo come tifosi, ma anche come volontari per migliorare le infrastrutture della squadra. 

Fu in questo periodo che la Trevigliese iniziò a guadagnarsi la fama di “squadra che non molla mai”

 

 

Anni '60 e '70: L’Età dell’Oro

 

Tra gli anni '60 e '70, la Trevigliese visse un periodo di grande successo, la squadra militò tra serie D de serie C.

Tra le annate più importanti quella del 1964-1965 dove la Trevigliese tornò in serie C vincendo quel campionato con 8 punti di vantagio sulla diretta avversaria.

Fu anche il periodo in cui venne istituito un settore giovanile strutturato, con l’obiettivo di formare giovani talenti locali.

Nel 1969-1970 la Formazione retrocedette nuovamente in serie D e pian piano sia allontanò da una categoria mai più riconquistata.

 

 

Dagli anni '90 ad oggi: Tradizione e Cambiamento

 

Periodi caratterizzati da alti e bassi dove non si è più riuscito a trovare una forte continuità, ma la passione e la tradizione Trevigliese è rimasta scolpita negli nella storia.

Il Club ha navigato sempre tra serie D e Promozione, punto più basso mai raggiunto, la prima volta nel 2015 e poi nel 2018, ora la formazione milita stabilmnete in Eccellenza e la socità è più che mai attrezzata per tornare a raggiungere grandi risultati.

Con una tifoseria fedele e un impegno costante per il territorio, il club rappresenta un punto di riferimento per lo sport dilettantistico in Lombardia. Le storie, gli aneddoti e i successi della Trevigliese continuano a ispirare generazioni di appassionati, rendendo il bianco e il blu non solo dei colori, ma un’identità da portare con orgoglio.